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Come tutti sappiamo, prendere la decisione di ricoverare un genitore, un parente o il proprio compagno di vita in una casa di riposo non è mai facile: temiamo, infatti, che si possa sentire abbandonato e che possa non trovarsi bene nella nuova struttura, sia perché si tratta di una modifica sostanziale dello stile di vita, sia perché ci si allontana dalla casa di origine, dagli affetti e dagli spazi abituali. La fase dell’inserimento in una residenza per anziani va affrontata per gradi, fornendo continuamente il nostro supporto e la nostra vicinanza, sia fisica che emotiva, alla persona per cui stiamo organizzando il trasferimento.

Come parlarne, dunque? Come preparare la persona a un tale cambiamento? Una cosa molto importante è presentare nel dettaglio la nuova residenza e i suoi servizi, ancor meglio se si decide di recarsi insieme a visitarla, in modo che l’anziano possa vederla con i propri occhi e rendersi conto di come vi si svolge la vita di tutti i giorni.

La privacy e gli spazi personali

Molte persone, difatti, hanno delle resistenze perché temono che, una volta trasferiti, perderanno sia la propria privacy che la propria autonomia, che saranno “obbligati” a sottostare a ritmi di vita rigidi e che le proprie facoltà decisionali vengano annullate. In realtà non è così, e dobbiamo essere capaci di trasmettere questo concetto al nostro caro, sia che si tratti del nostro compagno – non più autosufficiente – sia che si tratti di un genitore, magari rimasto vedovo e non più in grado di badare a se stesso.

È vero che l’istituzionalizzazione dell’anziano avviene nella maggior parte dei casi quando egli ha perso in parte la capacità di provvedere a sé, e che, di conseguenza, egli necessita dell’assistenza continuativa da parte di personale specializzato, soprattutto se affetto da patologie che richiedono cure particolari; ma è anche vero che le case di riposo, negli ultimi anni, sono state protagoniste di una significativa trasformazione. Non sono più strutture dove si assiste l’ospite dal punto di vista esclusivamente medico e infermieristico, ma sono vere e proprie organizzazioni in grado di fornire ai residenti una vita ricca di relazioni sociali – se lo desiderano – e di attività ricreative, ludiche e culturali. Sono, in sostanza, molto più simili a “villaggi sociali” che ad ospedali. E questo vale anche per il rispetto della privacy e della volontà del singolo (compatibilmente con le sue necessità terapeutiche o riabilitative, com’è ovvio).

Esiste, infatti, la possibilità di rimanere da soli se in un certo giorno non si è ben disposti a stare in compagnia, e non è obbligatorio partecipare ad alcuna attività se non si è inclini a farlo: la volontà viene sempre rispettata. Esistono spazi personali che non possono essere “invasi”, ed esiste la possibilità di portare con sé oggetti a cui si è affezionati, personalizzando questi spazi. Non si è costretti, insomma, a stare sempre a contatto con gli altri ospiti, se in un dato momento non lo si vuole. Questa è una prima cosa molto importante da comunicare al nostro caro: che avrà sempre la libertà di decidere se e quando rimanere per conto proprio.

Al contrario, per le persone a cui faccia piacere costruire un’intensa vita sociale, molte case di riposo sono ricche di stimoli: per sapere di più sulla nostra struttura per anziani Le Acacie, in Piemonte, leggi questo articolo, in cui approfondiamo proprio questo aspetto: https://residenzaanzianileacacie.it/la-casa-di-riposo-per-favorire-la-socialita/.

Un cambiamento graduale

La seconda cosa di cui si ha paura è il distacco dalla famiglia di origine (moglie o marito, figli, nipotini, amici più stretti): è, pertanto, fondamentale che, soprattutto nella fase iniziale, prima e subito dopo il trasloco, queste figure accompagnino l’anziano e trascorrano molto tempo con lui, facendogli percepire la propria vicinanza e una certa gradualità nel trasferimento. Le strutture assistenziali offrono la possibilità di visitare i propri parenti tutti i giorni, e prevedono spazi accoglienti e comodi in cui si possano svolgere agevolmente gli incontri; la nostra residenza per anziani a Cuneo prevede, ad esempio, che le visite si possano effettuare tutti i giorni senza alcun vincolo di orario, e molte altre case di riposo sono regolate allo stesso modo.

Aiutiamo, dunque, il nostro genitore o compagno a inserirsi a poco a poco nella nuova realtà: è anche possibile fare ciò per gradi, trascorrendovi inizialmente alcune ore, poi qualche giorno, prima di organizzare il trasferimento definitivo. Questo può essere utile soprattutto per le persone più diffidenti, che, così, avranno la possibilità di conoscere la nuova struttura poco per volta.

Il personale sanitario

Altro aspetto che spesso rappresenta uno scoglio difficile da superare, sia per noi che per il nostro caro, è quello relativo al personale della casa di riposo. Temiamo, difatti, che possa non essere abbastanza gentile e affettuoso, che possa trattare il nuovo ospite freddamente, impedendogli di essere a suo agio. Questi dubbi possono essere fugati soltanto visitando la struttura prescelta (anzi, meglio: valutandone diverse prima di decidere), osservando il clima che la caratterizza e il rapporto tra il personale – operatori, infermieri, medici, animatori – e gli anziani che vi soggiornano.

La residenza Le Acacie è sempre aperta alle visite e alle domande degli ospiti e delle loro famiglie; i nostri collaboratori sono selezionati con criteri che tengono in considerazione in primis la motivazione personale, oltre che la preparazione professionale. Visitare la casa di riposo è un ottimo sistema per rendersi conto dell’atmosfera che vi si respira e dell’umanità dello staff.

La nostra residenza per anziani a Cuneo

Se stai valutando per un tuo caro l’inserimento in una struttura per anziani in provincia di Cuneo, la nostra reception è a tua disposizione per qualsiasi delucidazione su attività, percorsi terapeutici e convenzioni: contattaci allo 0173 99050, allo 0173 99036, oppure scrivi una email all’indirizzo leacaciesrl@libero.it per tutte le informazioni o per fissare un appuntamento.